La Salute e la Cura del Thai


Il gatto Thai, correttamente selezionato, è un gatto libero da patologie genetiche ereditarie correlate, specifiche di razza.

In WCF è ammesso solo l'accoppiamento tra Thai, questo permette di preservare la razza anche da un punto di vista genetico.
E' importante studiare la genealogia, ovvero il pedigree, del gatto, perchè non siano presenti nelle linee di sangue dei gatti Siamesi moderni e Orientali che hanno, purtroppo, delle patologie genetiche ereditarie correlate, di cui alcune testabili come ad esempio la PRA (Patologia della Retina Atrofica) e la Gangliosidosi GM1 e possono averne anche di non testabili, come l'Amiloidiosi epatica, che porta a morte per accumulo di sostanza amiloide nel fegato.
Amiloidiosi Epatica, scarica qui il pdf
L'impegno di selezione dei validi allevatori di gatti Orientali e Siamesi è essenziale per eliminare queste drammatiche patologie.

D'altrocanto è fondamentale l'impegno degli allevatori di Thai, per mantenere le linee di sangue libere da patologie genetiche correlate, allevando per la salute ed il benessere dei gatti, il bene primario.

E' importantissimo curare la salute del proprio micio, facendo attenzione al suo umore,ad ogni sintomo,che potrebbero aiutarci a prevenire molti problemi od a prenderci cura per tempo del nostro piccolo amico!
Qui di seguito sono riportate alcune interessanti informazioni,dai dati fisiologioci, alle più comuni patologie feline con le relative vaccinazioni.
La prevenzione dello sviluppo delle patologie è legata al buon funzionamento del sistema immunitario, che deve ben sviluppato e forte per poter fare fronte in maniera adeguata agli attacchi degli agenti patogeni. E' fondamentale che il micio sia alimentato in modo valido e con cibo di alta qualità, che sia tenuto in un ambiente sano e pulito, familiare ed al sicuro dai pericoli esterni, ma soprattutto che abbia un ottimo equilibrio emozionale.
Un gatto felice è un gatto sano, che ha maggiore resistenza e reagisce meglio in ogni situazione, vivendo più a lungo!

I dati fisiologici:

MATURITA' SESSUALE DEL MASCHIO: 5 - 8 mesi
MATURITA' SESSUALE DELLA FEMMINA: 5 - 8 mesi
PRIMO ACCOPPIAMENTO DELLA FEMMINA: non prima di 10 mesi, meglio dopo i 12 mesi
DURATA DELLA GESTAZIONE: 63 - 65 giorni, fino a 70 giorni, minimo 59 giorni
NUMERO MEDIO DEI PICCOLI: 3-4
PESO MEDIO ALLA NASCITA: 70-130 grammi
INIZIO DELLO SVEZZAMENTO: 25 - 30 giorni
FINE DELLO SVEZZAMENTO: 90-120 giorni
LONGEVITA' MEDIA: 18 - 20 anni
TEMPERATURA CORPOREA NORMALE: 38 - 38,5 °C
PULSAZIONI CARDIACHE AL MINUTO: 110 - 140 (gatto adulto)
FREQUENZA RESPIRATORIA AL MINUTO: 20 - 40 atti respiratori
VACCINAZIONI :
Il richiamo va ripetuto tutti gli anni.

STERILIZZAZIONE, OPERAZIONI E SEDAZIONI ANESTETICHE:
Attenzione! I Thai, come tutti i gatti colourpoint, sono frutto di una mutazione del gene albino e come tali sono molto sensibili agli anestetici.
Basta quindi la dose minima e non in proporzione al peso! E' bene quindi limitare al minimo indispensabile la somministrazione di anestetici ai Thai ed ai gatti colourpoint ed albini in generale.



L'alimentazione del Thai:

Il Thai è un gatto molto attivo e decisamente vivace.
Ha quindi bisogno di una dieta varia , nutriente perché ricca di proteine e grassi , sin da piccolo fino all'età adulta, poi in età avanzata sarà adeguata un'alimentazione più leggera tipica dei mici "senior" .
Solitamente amano variare spesso il tipo di cibo , sia nel gusto che nella varietà umida o secca.
Se abituati da piccoli, gradiranno sia il cibo secco che il cibo umido. Il cibo umido è molto importante per la loro alimentazione!
Come tipologia di croccantini è bene scegliere quelli di qualità super premium, per assicurare un corretto sviluppo e funzionalità renali ed epatiche.
Per loro un ingrediente importante è la Taurina, che in natura troverebbero nelle ossa, ma che si può trovare come nutritivo aggiunto nel cibo confezionato.
Per le pappe umide è importante nutrirli con cibo di tipo naturale, dove si vede bene il contenuto, sia pesce o carne.
E' da evitare la frutta, che l'intestino dei gatti ha difficoltà ad assimilare e può rendere debole la flora intestinale.
Anche le patate sono da evitare, possono creare problemi gravi con i boli di pelo.
Si possono alternare le scatolette o bustine di umido, con cibi preparati in casa alla griglia, al vapore, bagnomaria od al forno; manzo, pollo e pesce saranno sicuramente apprezzati!
A differenza di quanto si crede il latte non è sempre apprezzato , anzi può dare problemi digestivi od intestinali, apprezzano il formaggio ed a volte lo yogurt!
Il Thai beve di più degli altri gatti, per una corretta funzionalità renale, avrà quindi bisogno di acqua in abbondanza, sempre fresca e disponibile!


Alimentazione felina, il gatto, carnivoro obbligato:

Il gatto è un carnivoro obbligato, si nutre principalmente ed in alte quantità di piccole prede (uccellini, topolini, etc.), che sono costituite essenzialmente di proteine animali, oltre a grassi, taurina, e relativi nutrienti. Piccolissime quantità di cereali o carboidrati possono essere presenti negli stomaci delle prede e già predigeriti dagli enzimi delle prede stesse.
L'assimilazione dei cereali e dei carboidrati per un gatto è inadeguata, ha bisogno di trovarli predigeriti o al limite molto molto cotti, ma sempre in quantità' minime.
L'assunzione inadeguata di proteine animali per quantità e qualità, la difficoltà nell'assimilare le proteine vegetali (inutili e dannose per la fisiologia del gatto), e dei carboidrati, fanno produrre al gatto le scorie azotate. Le scorie azotate vanno a gravare sui reni, portando al fallimento renale critico.
Il gatto in Natura (e tale il suo metabolismo è rimasto), mangia in media 10-12 volte al giorno, da un minimo di 3-4, arrivando anche a 20-24 pasti.
Per questo è fondamentale che il gatto abbia SEMPRE a disposizione i croccantini (e di valida qualità e composizione), perché il deficit di proteine animali le fa estrarre dalle fasce muscolari, producendo scorie azotate anche in questo caso. Inoltre si va a sfasare il metabolismo ed il gatto tenderà ad ingrassare.
L'umido, altro punto fondamentale.
In Natura i gatti traggono la parte principale dell'idratazione dalle prede e quindi dal cibo umido.
Una errata idratazione (l'acqua non basta) può portare a problemi renali, urinari e calcolosi.
Detto ciò, il migliore tipo di umido in commercio è quello al naturale, in acqua di cottura, con bassa percentuale di grassi (i grassi li prenderanno dal secco), altissime proteine animali (massimo 1% di cereali).
Ottima è anche la carne (pollo, quaglie, galline, tacchino, etc.) , meglio se con ossa tritate, tendini, vitamine e quanto necessario tipo BARF, fatta congelare per almeno 48/72 ore e data cruda. All'inizio, per farli abituare, si può dare appena scottata sulla griglia o cotta al vapore.
Ok al pesce (senza lische!), alla griglia, al vapore.
L'umido va dato circa 2-3 volte al giorno per gli adulti, fino a 5 volte per i cuccioli.
Per le verdure è ottima la zucca , mentre sono da evitare le patate (creano difficoltà con i boli di pelo e si digeriscono con più difficoltà) e gli spinaci (contengono ossalati e possono dare problemi di calcoli).

I croccantini devono avere un'alta percentuale di carne disidratata, poi la carne fresca, cereali in quantità minimali o assenti, bassi quantitativi di carboidrati, ok ai grassi dal 14 al 20 % (salvo percentuali minori per il light). La media tra i grassi del secco e dell'umido va bene tra l'8 ed il 10% circa. Il glutine di mais ed il mais non sono alimenti utili per il gatto, possono invece contenere delle micotossine, che possono portare anche a forme tumorali. Sarebbe bene ridurre al minimo la loro presenza o meglio eliminarla.
Sono da evitare i derivati ed i sottoprodotti animali, che includono le carcasse di animali morti, ad esempio, oltre a parti come becco e piume...
Sono da preferire le carni o il pesce disidratato e non le farine animali.


Riassumendo, quindi:


  • alta percentuale di proteine animali,

  • bassa percentuale di carboidrati

  • Preferire la carne o pesce disidratati e NON le farine

  • minima o meglio inesistente percentuale di mais, glutine di mais

  • NO a sottoprodotti e derivati animali

  • Lasciare il cibo secco SEMPRE a disposizione ed in abbondanza

  • Dare il cibo umido, sceglierlo al naturale, meglio in brodo di cottura, ottima la dieta BARF.

  • NO a bocconcini, patè commerciali, dove non si vede l'alimento,
    (fanno eccezione gli omogeinizzati per cuccioli come il Baby ed il Kitten della Natural Code che sono ottimi).

  • Non dare MAI frutta fresca al gatto ed evitare l'umido che la contiene: il gatto non può assimilarla correttamente e si va ad indebolire ed a causare danno ai villi intestinali ed alla flora batterica intestinale.

La varietà del cibo: è importante variare l'alimentazione, per il sistema immunitario del gatto, per una crescita sana e forte da vari punti di vista, ma va fatto con criterio adeguato.
E' importante, soprattutto nell'umido, variare i gusti ed i tipi di carne in modo alternato e frequente, oppure con più cibi a disposizione (a seconda del numero di gatti), per rinforzare il sistema immunitario, abituare l'intestino ai diversi tipi di proteine animali e renderlo più forte e sano.
Per i croccantini, va bene dare scegliere 2 o meglio 3 tipi diversi e proporli in contemporanea, in ciotole diverse o mischiati (a seconda di come gradisce di più il gatto), mentre è meno valido alternare le marche di cibo a periodi, perché il cambio di alimentazione crea stress fisiologico al gatto.
Il doversi abituare ad un nuovo tipo di proteine animali fa produrre scorie azotate (che gravano sui reni), quindi meno cambi si fanno a grandi distanze di tempo e meglio è.
Molto meglio avere più tipi di valida qualità a disposizione.
Che tipo di cibo preferire, quindi?
- Ottimi i grain free per i croccantini e gli umidi al naturale, in brodo di cottura o la dieta BARF, anche con scottate in superficie.



Informazioni generali sulle vaccinazioni
e le Malattie del Gatto:

RINOTRACHEITE INFETTIVA: E' una malattia infettiva causata da un herpesvirus. I sintomi sono: rinite, congiuntivite, infiammazione della lingua e dei linfonodi del collo. Di solito vengono colpiti gatti adulti nei quali si risolve in circa 10 giorni. Può però avere come complicazioni polmoniti o bronchiti croniche e ulcere corneali. Se colpisce i cuccioli può avere esito letale. Viene somministrato un vaccino a partire da due mesi di vita circa, seguito da un richiamo dopo 2 - 3 settimane e ripetuto una volta ogni anno.

PANLEUCOPENIA DETTA ANCHE "TIFO DEL GATTO": Questa è una malattia infettiva molto contagiosa caratterizzata da depressione, gastroenterite e leucopenia. E' stato calcolato che l' 80% dei gatti di meno di sei mesi e il 20% di quelli adulti ammalati muore. L'unica arma contro questa malattia è la vaccinazione che si effettua nei cuccioli di circa 2 mesi, seguita da un richiamo dopo 2 - 3 settimane e ripetuto una volta ogni anno.

CLAMIDIOSI: E' una malattia contagiosa sostenuta da un batterio: la clamidia. I sintomi sono poco caratteristici: febbre, inappetenza, congiuntivite, tosse, starnuti, grave debilitazione. In alcuni casi la Clamidiosi può essere trasmessa all'uomo e si manifesta con una forte congiuntivite. Anche per questa malattia è disponibile un vaccino che viene somministrato annualmente.

CALICIVIRUS: La malattia è causata da un virus contagiosissimo per i gatti. I sintomi sono: febbre, congiuntivite, polmonite . I gatti apparentemente guariti restano contagiosi per oltre un mese. Le infezioni da calicivirus del gatto sono difficilmente controllabili e curabili per la loro estrema contagiosità e per l'inefficacia delle terapie . Nelle colonie di gatti grazie alla presenza di portatori sani l'infezione resta attiva per tempi indefiniti . L'unica arma contro questa malattia è la vaccinazione annuale.

FIP Ovvero Peritonite infettiva felina E' una malattia virale provocata da ceppi particolarmente virulenti di Coronavirus e largamente diffusi fra i gatti che non provocano necessariamente la malattia nel soggetto (esistono milioni di diversi Coronavirus, come i virus del raffreddore), il quale, però, ne diventa portatore sano, la FIP è una mutazione del virus, che avviene solo in determinati soggetti ed in altri no.
Pur potendo colpire tutta la popolazione felina dai 3 mesi in su, risultano tuttavia piu' esposti al rischio i mici fino al 5° anno di età ed i mici anziani.
Esiste anche una predisposizione genetica, nei soggetti più deboli. Cause scatenanti della mutazione del virus sono sicuramente gli stress psicofisici del micio, debilitazione fisica ed emotiva.
I mezzi veicolari che il virus utilizza sono le feci e le urine dei gatti infetti e le mucose oro-nasali del micio sano. La capacità del virus di sopravvivere per piu' settimane in condizioni ambientali (ovvero all' aria aperta) rende possibile il contagio anche senza contatto diretto.
Il virus in ambienti domestici permane per mesi, quindi è fondamentale creare almeno 6 mesi di vuoto sanitario, prima di introdurre eventualmente un altro micio in casa. Purtroppo la trasmissione può avvenire anche da madre al feto.
I sintomi nella prima fase possono essere molteplici e generici: anoressia, calo di peso, anemia, febbre ciclica o persistente; gli stessi test ematologici, accompagnati da quelli anticorporali, non forniscono risultati certi ma sono di sostegno alla diagnosi del veterinario.
Successivamente la patologia si evolve in due possibili forme chiamate una umida e l' altra secca.
La forma umida è caratterizzata dall' aumento del liquido peritoneale che determina un rigonfiamento addominale evidente che ne facilità' la diagnosi.
La forma secca colpisce organi diversi quali il fegato, i reni, il pancreas, i polmoni, con conseguenti sintomi di epatite, nefrite, polmonite, incoordinazione motoria e tremori.
La terapia del FIP si basa sulla somministrazione di farmaci per migliorare le condizioni di vita (ed in questa ottica un ricorso all'omeopatia, ad esempio un ricostituente, può essere certamente consigliato) in quanto la mortalità è elevatissima (circa il 95%).
In Italia non esiste vaccino.
La prevenzione, va per ora, nella direzione dell' isolamento dei soggetti malati, di un' accurata igiene, magari utilizzando disinfettanti come la Stearamina G diluita al 3%, specie in luoghi dove si siano già verificati dei casi, nell' evitare luoghi comuni, quali pensioni, allevamenti intensivi (gabbie, dove le gatte sono sfruttate anche per 3 o 4 cucciolate annue, con cibo inadeguato e sottoposte a stress), colonie, dove la presenza di un gran numero di felini aumenta la possibilità di incontro con portatori sani.
Alcuni medici non tradizionali suggeriscono anche un' alimentazione piu' varia (rispetto ai cosiddetti pasti completi) integrata da vitamine antiossidante con l' intento di inalzare il sistema immunitario del gatto, di evitare il piu' possibile stress fisici e psichici che invece lo indeboliscono.
In questo senso è certo che una sana coccola la sera fatta sulle nostre ginocchia risulta senz' altro efficace.
Chiaramente una vita casalinga per il proprio micio, al riparo da incontri con gatti randagi e magari malati è la prevenzione migliore.

FELV - LEUCEMIA FELINA: Grave malattia virale contagiosa provocata da un "retrovirus" che determina un incremento abnorme dei globuli bianchi nel sangue. La trasmissione avviene per contatto diretto fra gatti attraverso le lacrime, le feci, l' urina e la saliva; quindi solo non i morsi, ma anche l' abitudine alla reciproca pulizia, così come il cibo condiviso nella stessa ciotola, sono occasioni di possibile contagio.
Si ipotizza anche una possibile trasmissione sessuale avvalorata dal ritrovamento del virus nel liquido seminale ed in quello vaginale, comunque l' accoppiamento rappresenta sempre una situazione di rischio in quanto i maschi durante il rapporto sono soliti mordere la femmina.
La sintomatologia è legata alla maggiore depressione immunologica che s'instaura nel soggetto; quindi febbre, diarrea, calo di peso, vomito, cambiamento di umore sono tutti sintomi che possono essere legati alla FeLV ma anche confusi con altre problematiche.
La diagnosi avviene, pertanto, tramite un test ematologico chiamato ELISA che viene eseguito quando il gatto risulta refrattario alle diverse terapie che il veterinario fornisce.
In conclusione, la Leucemia felina è una malattia grave che comporta il decesso di circa il 30% dei gatti colpiti. Non esistono trattamenti farmacologici veramente efficaci, c'è la vaccinazione che riduce, ma non elimina il rischio di malattia, perchè il vaccino non copre tutti i ceppi mutanti del virus. Pertanto nei soggetti a rischio, che vivono anche all'aperto (o pericolo di fuga) o con gatti già malati, alla vaccinazione vanno associati una serie di comportamenti utili a ridurre ulteriormente i rischi: evitare la condivisione di ciotole, cibi, lettiere, svolgere un 'accurata igiene ed infine anche la sterilizzazione, riducendo la possibilità di accoppiamento, appare utile nella prevenzione della FelV.
La miglior prevenzione è comunque tenere il micio in casa, al sicuro da possibili contagi.

FIV - IMMUNODEFICENZA FELINA: La FIV, pur essendo una malattia simile al nostro AIDS, è però causata da un' altro tipo di virus che non colpisce l' uomo; quindi un gatto malato della  sindrome di immunodeficienza felina non trasmette HIV o a noi umani. Nell'animale infetto il virus è presente nella saliva, nel sangue e nel liquido cerebro-spinale ma affinchè si verifichi il contagio è necessario un contatto profondo tra saliva e sangue il che avviene tramite morso. Quindi a differenza di ciò che accade nella FeLV la condivisione delle ciotole, delle lettiere e le reciproche pulizie fra gatti non rappresentano situazioni di rischio.
Nella FIV, analogamente all' AIDS umano, esiste una fase detta "finestra", nella quale il soggetto colpito dal virus, non avendo ancora prodotto anticorpi anti-FIV risulta negativo al test ELISA (che è basato sulla rilevazione dei predetti anticorpi). Per tale ragione se si sospetta che il micio possa aver contratto il virus può essere necessario ripetere il test a distanza: il periodo di latenza della malattia varia da 1 mese a fino 1 anno. La Sindrome di immudeficenza felina è una malattia progressiva la cui sintomatologia viene da molti medici suddivisa in 5 fasi caratterizzate principalmente dalla sempre piu' ridotta risposta immunitaria del felino:

  •   1 Fase: la mortalità' è estremamente ridotta ed abbraccia il primo mese d' infezione. I sintomi sono generici: febbre, abbattimento, diarrea, aumento dei linfonodi.
  •   2 Fase: è un periodo che può durare anche alcuni anni in cui il gatto appare in salute, non presenta cioè nessun sintomo.
  •   3 Fase: è  uno   stadio  della  malattia  caratterizzato  soprattutto dall' ingrossamento dei linfonodi a cui si associano dimagrimento, febbre, anemia, diminuzione dei globuli bianchi ed eventualmente infezioni secondarie determinate dall' indebolimento del sistema immunitario.
  •   4 Fase: la malattia è in fase avanzata i sintomi colpisco diversi organi o apparati con possibile sviluppo di neoplasie. Il gatto appare depresso è il suo stato generale si riflette sulla cute e sul mantello che assumono un aspetto decadente.
  •   5 Fase: l' AIDS è conclamato, è l' ultima fase, caratterizzata da numerose infezioni di diverso genere supportate da funghi e parassiti che trovano nel debole sistema immunitario del povero felino terreno fertile. Vi è, inoltre, un ulteriore sviluppo delle forme tumorali.

Non esistono trattamenti farmacologici o vaccinali efficaci l' unica prevenzione certa consiste nel tenere il micio in casa, al sicuro e lontano dai possibili contagi. Per i gatti che vivono all'aperto è fondamentale la sterilizzazione, anche se anche tra mici sterilizzati possono comunque insorgere lotte per il territorio.
E' purtroppo una malattia nefasta in cui i gatti colpiti possono comunque continuare vivere da 5 a 7 anni spetta ai compagni umani cercare di rendere questo, comunque lungo periodo, il piu' sereno e felice possibile.


RABBIA: Eccoci alla malattia più temibile per l'animale ed il suo proprietario perché ha esito fatale. Il virus della rabbia si trasmette con la saliva di animali infetti, che penetra nell'organismo attraverso le ferite provocate da morsi e graffi. La rabbia si manifesta con iniziali modificazioni del normale comportamento dell'animale che diventa "strano": solitario o vagabondo, insensibile ai richiami, aggressivo e mordace. A questa fase di rabbia detta furiosa può seguire una paralisi progressiva che esita nella morte. Alla luce del potenziale rischio per la salute pubblica e considerando l'inevitabile esito mortale per l'animale l'unica possibilità rimane la vaccinazione. Questa si avvale oggi di vaccini di tutta sicurezza. In genere dopo una prima iniezione è sufficiente un richiamo annuale. La vaccinazione antirabbica è obbligatoria per legge e deve essere effettuata da almeno 30 giorni e non più di 1 anno nei seguenti casi: soggiorno nelle regioni di confine, viaggi all'estero, viaggi nelle isole, partecipazione a esposizioni feline estere.

La Toxoplasmosi: Gatto Assolto!

Una importante causa di abbandono o di allontanamento del gatto è la paura della toxoplasmosi quando in casa c'è una donna gravida. Questa malattia infatti può essere pericolosa per il feto, anche se è curabile fino alla completa guarigione.
La prima cosa da fare, prima del concepimento, è controllare con un semplice esame del sangue, il toxotest, gli anticorpi della futura madre. Se ha già "fatto" la toxoplasmosi, non c'è nessun problema, perché questa infezione si prende una sola volta nella vita, spesso senza neanche accorgersene. Altrimenti, bisogna ripetere il test alle scadenze indicate dal ginecologo.
Ma cosa c'entra il gatto? Le oocisti del parassita colpevole della malattia, il Toxoplasma gondii, hanno il loro ciclo completo solo nei gatti e in alcuni felini selvatici, che emettono con le feci queste uova. Ma questo accade solo se il gatto è ammalato e solo durante il periodo di infezione acuta, che dura circa tre settimane.
Un gatto che ha già "fatto" la toxoplasmosi, cosa verificabile con un test, non si riammalerà più per tutta la vita, a parte casi eccezionali.
Comunque, per infettarsi bisogna ingerire le feci di un gatto e nel momento in cui sono infestate. Con un minimo di precauzioni igieniche - usare i guanti e lavarsi le mani - quando si pulisce la lettiera del gatto, o affidando questo compito ad un convivente, il rischio è allontanato.
Ma ci sono altri colpevoli, ben più pericolosi dei mici.
Al primo posto c'è la carne, non soltanto il carpaccio, come è abbastanza noto, ma tutta la carne cruda o poco cotta (bovina, ovina, cacciagione ecc.), la bistecca al sangue, le salsicce, ecc. Segue il contatto con il terriccio, tipico di chi fa giardinaggio. Rischiosi - e non solo per questa infezione - sono anche i viaggi in Paesi con scarso livello di igiene e, meno frequentemente, il consumo di latte e latticini non pastorizzati. Anche le verdure e la frutta mal lavate possono essere una fonte di infezione.


http://www.italiadonna.it/animali/gatti/toxoplasmosi.htm

I Thai
Standard della razza
Caratteristiche
Il linguaggio felino

PER CONTATTARCI:
Allevamento “La Fenice”
di Manuela Bollati
Cell.: +39 328-1371110
Barga (LU)
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